Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 16 settembre 2013

Lettera aperta di un sacerdote al papa che scrive ai musulmani

Don Guy Pagès - Parigi
Riprendo da Traditio Liturgica la Lettera aperta di un sacerdote cattolico della diocesi di Parigi all'attuale papa. L'indicazione che se ne ricava, sottolinea il blogger che l'ha pubblicata, è che la direzione impressa dalle gerarchie cattoliche non è affatto la stessa riscontrabile alla sua base. A cosa (o a chi) obbediscono, dunque, queste gerarchie? Lascio la domanda senza risposta ma questo significa anche - per quanto riguarda il blog - che ogni cambio forzato della liturgia in Occidente non rispecchia necessariamente il volere del popolo. Lo avevo ampiamente sospettato!

Santissimo Padre,

Sia lodato il nostro Signore Gesù Cristo, che vi ha dato la missione di guidare la sua Chiesa!

Mi permetta in nome d'innumerevoli persone scioccate dalla sua lettera ai musulmani in occasione dell'Id al-Fitr, e in virtù del canone 212 § 3[2]: « In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, essi hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli salva restando l'integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l'utilità comune e la dignità della persona », di condividere con lei le riflessioni di questa lettera aperta.

Salutando con « grande piacere » i musulmani in occasione del Ramadan, tempo considerato speso « al digiuno, alla preghiera e all'elemosina», lei sembra ignorare che il digiuno del Ramadan è tale che «la spesa media di una famiglia che lo fa aumenta del 30% » [3], che l'elemosina musulmana è destinata ai soli musulmani bisognosi e che la preghiera musulmana consiste nel rifiutare cinque volte al giorno la fede nella Trinità e in Gesù Cristo, a chiedere la grazia di non seguire il percorso degli smarriti ossia dei cristiani ... Inoltre, durante il Ramadan, aumenta la criminalità in modo vertiginoso [4]. C'è veramente in queste pratiche qualche motivo possibile d'elogio?

La sua lettera afferma che dobbiamo avere stima per i musulmani e « soprattutto per i loro capi religiosi » ma non si dice a qual titolo. Dal momento che si sta parlando di loro come di musulmani, ne consegue che la stima è anche per l'Islam. Ora cos'è l'Islam per un cristiano se, dal momento che « nega il Padre e il Figlio » (1 Gv 2, 22), si presenta come uno dei più potenti Anticristo che vi siano, in numero e in violenza (Ap 20, 7-10)? Come possiamo stimare sia Cristo sia ciò che gli si oppone?

Il suo messaggio fa poi notare che « le dimensioni della famiglia e della società sono particolarmente importanti per i musulmani in questo periodo » di Ramadan, ma quel che non dice è che il Ramadan serve da forte mezzo di condizionamento sociale, di oppressione, di sottomissione al totalitarismo islamico, in breve di negazione totale del rispetto da lei evocato... Così l'articolo 222 del Codice penale marocchino recita: « Chiunque, noto per la sua appartenenza alla religione musulmana, rompe ostentatamente il digiuno in un luogo pubblico durante il periodo del Ramadan, senza motivi consentiti da questa religione, è punito con la reclusione da uno a sei mesi e da una multa ». E si tratta del moderato Marocco...

Che tipo di « paralleli » riesce a trovare tra « la dimensione della famiglia e della società musulmana » e « la fede e la pratica cristiana », dal momento che lo stato della famiglia musulmana prevede la poligamia (Corano 4, 3, 33, 49; 52, 59), il ripudio (Corano 2, 230), l'inferiorità ontologica e giuridica delle donne (Corano 4, 38; 2, 282; 4, 11), la necessità per il marito di picchiare la moglie (Corano 4, 34), ecc.? Quali analogie ci possono essere tra la società musulmana costruita per la gloria dell'Unico e che, di fatto, non può tollerare l'alterità o la libertà né, di conseguenza, distinguere le sfere religiose e spirituali dal resto? « Tra noi e voi è inimicizia e l'odio per sempre fino a quando non crederete nel solo Allah! » (Corano 60, 4). Quali analogie con la società cristiana, costruita per la gloria di Dio Uno e Trino che promuove il rispetto delle legittime differenze? Piuttosto, per “parallelo”, non si dovrebbe capire quanto non si assomiglia e si accosta ma quanto, al contrario, non si avvicina assolutamente? Nel qual caso, l'equivoco serve forse alla chiarezza della sua dichiarazione?

Lei propone ai suoi interlocutori di riflettere su « la promozione del rispetto reciproco attraverso l'educazione », suggerendo che essi condividono con lei gli stessi valori di umanità, di « rispetto reciproco ». Ma non è questo il caso. Per un musulmano, non è la natura umana a far da riferimento e neppure il bene conoscibile dalla ragione: l' uomo e il suo bene non sono quello a cui si appella il Corano. Il Corano insegna ai musulmani che i cristiani, perché cristiani, « sono impurità » (Corano 9, 28) , « il peggio del creato » (Corano 98, 6 ), « i più vili degli animali » (Corano 8,22; cfr. 8,55) [5] ... Perché l'Islam è la vera religione (Corano 2, 208; 3, 19; 85), che dominerà su tutte le altre, per sradicarle completamente (Corano 2, 193 ); coloro che non sono musulmani possono essere solo pervertiti e maledetti (Corano 3, 10, 82, 110; 4, 48, 56, 76, 91; 71, 44 ; 9, 17,34; 11, 14; 13, 15, 33; 14.30 , 16,28-9; 18, 103-6; 21, 98; 22, 19-22, 55; 25, 21; 33, 64; 40, 63; 48,13), che i musulmani devono combattere costantemente (Corano 61, 4,10-2; 8, 40; 2, 193) con l'inganno (Corano 3, 54; 4, 142; 8, 30; 86,16), il terrore (Corano 3,151; 8, 12, 60; 33, 26; 59, 2), e tutti i tipi di punizione (Corano 5, 33; 8, 65; 9, 9, 29, 12; 25, 77), come la decapitazione (Corano 8, 12 Corano 47, 4) o la crocifissione (Corano 5, 33) per eliminare (Corano 2, 193; 8, 39; 9, 5, 111, 123; 47, 4) e infine distruggere (Corano 2, 191; 4, 89, 91; 6, 45; 9, 5, 30, 36, 73; 33, 60-2: 66, 9). « O voi che credete! Combattete a morte gli increduli che sono presso a voi e che trovino in voi la crudeltà ...» (Corano 9, 124) « Che Allah li maledica! » (Corano 9, 30 cfr. 31, 51; 4, 48) …

Santo Padre si può mai dimenticare, quando ci si rivolge a dei musulmani, che non possono andare al di fuori del Corano? Lei si appella « al rispetto per ogni persona [...] Prima di tutto per la sua vita, per l'integrità fisica, per la sua dignità con i diritti derivanti, per la sua reputazione, il suo patrimonio, la sua identità etnica e culturale, le sue idee e le sue scelte politiche ». Non può influenzare le disposizioni date da Allah, che sono immutabili e ho elencato alcune tra esse. Ma se noi rispettiamo « le idee altrui e le scelte politiche », come ci possiamo, allora, opporre alla lapidazione, all'amputazione e a ogni sorta di altre pratiche abominevoli comandate dalla Sharia? Il suo bel discorso non può smuovere i musulmani che non hanno lezioni da imparare da noi, essendo « impurità » (Corano 9, 28). E se, nonostante tutto, la applaudiranno come hanno fatto in Italia, è perché la politica della Santa Sede serve notevolmente ai loro interessi facendo passare la loro religione come rispettabile agli occhi del mondo, pensando che porti a considerare i valori universali da lei preconizzati ... La applaudiranno fintanto che saranno, come in Italia, una minoranza. Ma quando essi non lo saranno più, succederà quanto accade ovunque sono maggioranza: ogni gruppo non musulmano dovrà scomparire (Corano 9,1; 47, 4; 61, 4; ecc. ) o pagare la jyzaia per acquistare il diritto di sopravvivere (Corano 9, 29). Lei non può ignorare tutto questo ma come può, nascondendolo agli occhi del mondo, promuovere l'espansione dell'Islam davanti ad innocenti o ingenui così abusati? Forse lei osserva i complimenti che le sono stati inviati come segno di fecondità del suo atteggiamento? Allora lei ignora il principio della takyia che comanda di baciare la mano che il musulmano non può tagliare (Corano 3, 28; 16, 106). Ma che valgono tali scambi di cortesia? San Paolo non ha detto: « Se cerco di piacere agli uomini, non sarò servitore di Cristo » (Gal 1, 10)? Gesù ha dichiarato maledetti coloro che sono oggetto di venerazione da parte di tutti (Lc 6, 26). Ma se i vostri nemici naturali la lodano, chi non la loderà? La missione della Chiesa è d'insegnare le buone maniere per vivere in società? San Giovanni Battista sarebbe morto se avesse semplicemente voluto augurare una bella festa a Erode? Forse dirà che non c'è paragone con Erode, perché Erode viveva nel peccato e che era dovere di un profeta denunciare il peccato?

Ma se ogni cristiano è diventato un profeta, il giorno del suo battesimo, e se il peccato è non credere in Gesù, Figlio di Dio, Salvatore (Gv 16, 9), ciò di cui precisamente si fa gloria l' Islam, come potrebbe un cristiano non denunciare il peccato che è l'Islam e chiamare alla conversione "in ogni occasione opportuna e non opportuna" (2 Tm 4, 2)? Dal momento che lo scopo dell'Islam è quello di sostituire il Cristianesimo che avrebbe pervertito la rivelazione del puro monoteismo con la fede nella Santa Trinità, poiché Gesù non è Dio, non sarebbe né morto né resuscitato, non ci sarebbe stata alcuna redenzione e la sua missione si sarebbe ridotta a nulla, perché non denunciare l'Islam come l'Impostore preconizzato (Mt 24, 4; 11, 24) e il predatore per eccellenza della Chiesa? Invece di cacciare il lupo, la diplomazia vaticana dà l'impressione di preferire il nutrimento delle adulazioni, non vedendo che questo aspetta solo d'essere ben nutrito per fare quanto fa ovunque è divenuto sufficientemente forte e vigoroso. C'è bisogno di ricordare i cristiani martiri che vivono in Egitto, in Pakistan e ovunque l'Islam è al potere? Come può, la Santa Sede, assumersi la responsabilità di avallare l'Islam presentandolo come un agnello, mentre è un lupo travestito da agnello? Ad Akita, la Vergine Maria ci ha avvertito: « Il diavolo s'introdurrà nella Chiesa perché è piena di gente che accetta compromessi »...

Santo Padre, come può la sua lettera affermare che « in particolare tra cristiani e musulmani, siamo chiamati a rispettare la religione dell'altro, i suoi insegnamenti, i suoi simboli e valori »? Come possiamo rispettare l'Islam, che continuamente bestemmia la Santa Trinità e nostro Signore Gesù Cristo, accusando la Chiesa di aver falsificato il Vangelo e cercando di soppiantarla (Ap 12, 4)? Quanto ha scritto sant'Ireneo Contro le eresie San Giovanni Damasceno Sulle eresie in cui si riscontrano « le molte assurdità risibili riportate nel Corano », San Tommaso d'Aquino, con la sua Summa contro i Gentili e tutti i santi che si sono impegnati a criticare le false religioni non erano allora dei veri cristiani, se oggi ne condannate retroattivamente le azioni come quelle di qualche raro apologeta contemporaneo?

Dall'ambito di cooperazione tra ragione e fede, così incoraggiato da Benedetto XVI, si dovrebbe escludere il fatto religioso? Se si segue il suo appello espresso dalla sua lettera, Santo Padre, bisogna allora chiedere con l'Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC ) [6], la condanna in tutto il mondo per qualsiasi critica all'Islam, e quindi cooperare con l'OIC a diffondere l'Islam che insegna, ripeto, la corruzione del Cristianesimo che verrà sostituito dall'Islam ... Perché assieme all'OIC si dovrebbe mettere in un museo l'apologetica cristiana?

Se è vero che non si può seminare tra le spine (Mt 13, 2-9), ma che le si deve prima estirpare per iniziare a seminare, è pure vero che non si può iniziare ad annunziare la Buona Novella della salvezza ad un'anima musulmana da quant'è stata vaccinata e immunizzata, sin dalla prima infanzia, contro la fede cristiana (Corano 5, 72; 9, 113; 98, 6...) riempiendola di pregiudizi, calunnie e ogni genere di falsità sul Cristianesimo. Bisogna, dunque, necessariamente cominciare a criticare l'Islam « i suoi insegnamenti, simboli e valori » per distruggere in sé le falsità che lo rendono nemico al Cristianesimo. San Paolo non chiede solo di usare « le armi di difesa della giustizia », ma anche « le armi offensive » (2 Cor 6, 7). Dove sono queste ultime nella vita della Chiesa di oggi?

Oh, certo, associarsi alla gioia di brave persone ignoranti della volontà di Dio augurando loro un felice Ramadan non può sembrare una cosa brutta in sé, esattamente come pensava san Pietro quando legittimava le usanze ebraiche ... nella paura dei « proto- musulmani » che erano i Nazareni ebrei! Ma san Paolo lo ha corretto davanti a tutti mostrando che aveva cose più importanti da fare che cercare di piacere a dei falsi fratelli (Gal 24, 11-14; 2 Cor 11, 26; Corano 21, 93; 60, 4, ecc). Se Paolo ha ragione come si può dire che non dobbiamo criticare « la religione degli altri, i suoi insegnamenti, i suoi simboli e valori »? Non volendo criticare l'Islam, la sua lettera giustifica anche i vescovi che vanno alla cerimonia di posa della prima pietra di una moschea. Quanto essi fanno è, pure nel loro caso, una questione di cortesia nel desiderio di piacere a tutti e favorire la pace civile.

Domani, quando i loro fedeli saranno divenuti musulmani, diranno che fu il loro vescovo che, invece di conservarli nel Cristianesimo, ha loro mostrato la via verso la moschea... E potranno dire pure la stessa cosa nei riguardi della Santa Sede, poiché avranno imparato a non pensare il vero sull'Islam ma ad onorarlo come buono e rispettabile in sé...

La sua lettera giustifica i suoi auguri di buon Ramadam dicendo che « È chiaro che quando mostriamo rispetto per la religione degli altri o quando gli offriamo i nostri migliori auguri in occasione di una festa religiosa, cerchiamo semplicemente di partecipare alla sua gioia senza che si tratti, pertanto, di fare riferimento al contenuto delle sue convinzioni religiose ». Come gioire di una gioia che glorifica l'Islam? L'atteggiamento da lei preconizzato, Santo Padre, si accorda a quello comandato da Gesù: « Il vostro parlare sia 'sì sì', 'no no': il resto viene dal maligno » (Mt 5, 37)? E anche se si potesse credere di non peccare, augurando un felice Ramadan, a causa di una restrizione mentale che nega il legame tra Islam e Ramadan (una negazione indicante che questo comportamento pone ancora dei problemi), questo si accorda con la carità pastorale che vuole da un pastore la cura di come il suo gesto sarà compreso dai suoi interlocutori? In effetti cosa possono pensare i musulmani quando ci sentono augurare loro un felice Ramadan, se non che siamo idioti, incomprensibilmente ottusi, certamente maledetti da Allah, nel non divenire noi stessi musulmani dal momento che riconosciamo la loro religione non solo come un bene (poiché in grado di dare loro la gioia che gli auguriamo), ma certamente superiore al Cristianesimo (poiché viene dopo di esso). Oppure possono pensare che siamo ipocriti non osando dire loro in faccia cosa pensiamo della loro religione il che equivale a riconoscere che abbiamo paura di loro come se fossero già nostri padroni? Possono avere una diversa interpretazione se pensano da musulmani?

Molti musulmani mi hanno espresso la loro gioia poiché lei onora la loro religione. Come potranno mai convertirsi se la Chiesa li incoraggia a praticare l'Islam? Come può la Santa Sede annunciare la falsità dell'Islam e il dovere di abbandonarlo per salvarsi ricevendo il santo battesimo? Tutto ciò non favorisce il relativismo religioso per il quale le differenze tra le religioni sono poco importanti mentre lo è quanto vi è di buono nell'uomo che si salverebbe indipendentemente dalle religioni?

I primi cristiani si rifiutarono di partecipare alle cerimonie civili dell'Impero romano in cui avrebbero dovuto bruciare dell'incenso davanti ad una statua dell'imperatore, rito apparentemente assai lodevole in quanto promuoveva la convivenza e l'unità di popoli diversi e di molte grandi religioni dell'Impero romano. I primi cristiani, per i quali l'unicità della Signoria di Gesù era più importante di qualsiasi realtà di questo mondo, pure della stima dei loro stessi concittadini, hanno preferito firmare con il loro sangue l'originalità del loro messaggio. E se amiamo il prossimo, qualunque sia, musulmani compresi, in quanto membri come noi della specie umana, voluta e amata da tutta l'eternità da Dio redenta con il Sangue dell'Agnello senza macchia, Gesù ci ha insegnato a negare ogni legame umano che si oppone al suo amore (Mt 12, 46-50; 23, 31; Lc 9, 59-62; 14, 26; Gv 10, 34; 15,25). Con quale fraternità quindi si potrebbe chiamare « fratelli » i musulmani (veda la sua dichiarazione del 29.03.2013)? C'è una fratellanza che trascende tutte le cose umane tra cui quella della comunione con Cristo, respinta dall'Islam, e che potrebbe essere la sola importante? La volontà di Dio è che crediamo in Cristo (Gv 6, 29), che « non riconosciamo alcun altro nella carne » (2 Cor 5, 16).

Forse la diplomazia vaticana pensa che, tacendo su cos'è l'Islam, salverà la vita dei poveri cristiani nei paesi musulmani? No, l'Islam continuerà a perseguitarli (cfr. Gv 16, 2) e ancora di più se non vede alcuna obiezione a ciò poiché quella è la sua ragion d'essere (Corano 9, 30). Questi cristiani, come tutti i cristiani, non si aspettano, piuttosto, che lei ricordi loro che tale è l'eredità di ogni discepolo di Cristo, quella d'essere perseguitato in suo nome (Mt 16, 24; Mc 13, 13; Gv 15, 20) e che è una grazia grandissima di cui ci si deve rallegrare? Gesù ci ha comandato di non temere i tormenti delle persecuzioni (Lc 12, 4) e, ai fratelli perseguitati per la nostra fede, di rallegrasi nell'ottava beatitudine (Mt 5, 11-12). Questa gioia non è forse la migliore testimonianza?

Quale miglior servizio possiamo dare ai musulmani devoti quando non abbiamo paura di morire, dal momento che loro sono certi di andare a godere delle Uri che Allah ha promesso loro quale ricompensa per i loro crimini? Quale miglior servizio se non dare loro la vita per amore di Dio e la salvezza del prossimo?

La sua lettera fa riferimento alla testimonianza di san Francesco ma non dice che San Francesco ha inviato dei fratelli per evangelizzare il Marocco, sapendo che molto probabilmente sarebbero stati martirizzati, quanto effettivamente successe. Non dice che s'impegnò lui stesso ad evangelizzare il sultano Al Malik Al Kamil [7]. La carità denuncia la menzogna e chiama alla conversione.

Santissimo Padre, facciamo molta fatica a trovare nel suo messaggio ai musulmani l'eco della carità di san Paolo che comanda: « Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi; infatti che rapporto c'è tra la giustizia e l'iniquità? O quale comunione tra la luce e le tenebre? E quale accordo fra Cristo e Beliar? O quale relazione c'è tra il fedele e l'infedele? » (2 Cor 6,14-15), o quelle del dolce San Giovanni di non accogliere alcuno che rigetti la Fede cattolica, di non salutarlo neppure sotto pena di partecipare alle sue « cattive azioni » (2 Gv 7, 11) ... Salutando i mussulmani in occasione del Ramadan, non si partecipa alle loro opere malvagie? Chi odia, oggi, perfino una veste contaminata dalla carne (cfr. Gd 23)? La dottrina degli Apostoli non è più attuale?

Sì, il Concilio Vaticano II chiama i cristiani a dimenticare il passato, ma questo non può significare altro che dimenticare ogni risentimento alle violenze e ingiustizie subite nei secoli dai cristiani e, ciò che ci interessa, inflitte loro dai musulmani. Dimenticare il passato non significa condannarsi a rivivere gli stessi mali di allora? Senza avere una memoria ci potrà essere ancora un'identità? Senza una memoria, potremmo avere ancora un futuro ?

Santissimo Padre, lei ha letto la Lettera aperta di Magdi Cristiano Allam, [8] ex musulmano battezzato da Papa Benedetto XVI nel 2006, che ha annunciato di lasciare la Chiesa a causa del suo compromesso con l'islamizzazione dell'Occidente? Questa lettera è un terribile tuono nel cielo davanti alla tiepidezza e la codardìa della Chiesa e dovrebbe essere un grande monito per noi!

Santissimo Padre, poiché la diplomazia non è coperta dal carisma dell'infallibilità e il suo messaggio ai musulmani in occasione della fine del Ramadan non è un atto magisteriale, io prendo la libertà di criticarlo apertamente e rispettosamente (can. 212 § 3). Sicuramente lei ha considerato che prima di parlare di « teologia » con i musulmani, era necessario disporre il loro cuore insegnando il dovere, per quanto elementare, di rispettare gli altri. Volevo dirle che ci sembra che un tale insegnamento dev'essere fatto senza alcun riferimento all'Islam, al fine di evitare qualsiasi ambiguità al riguardo. Perché non in occasione del primo dell'anno o a Natale?

Non fu certamente senza ragione che Benedetto XVI ha sciolto il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e trasferiti i suoi poteri al Pontificio Consiglio della Cultura ...

Detto questo, rinnovo il mio impegno di fedeltà alla Cattedra di San Pietro, nella fede nel suo infallibile magistero, desiderando vedere fare lo stesso da parte di tutti i cattolici scossi nella loro fede per il suo messaggio ai musulmani in occasione della fine del Ramadan.
Don Guy Pagès

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NOTE
1) http://www.vatican.va/holy_father/francesco/messages/pont-messages/2013/documents/papa-francesco_20130710_musulmani-ramadan_fr.html

 2)  "In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, essi hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli salva restando l'integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l'utilità comune e la dignità della persona" [Can. 212 § 3 ].

3) http://www.leconomiste.com/article/897050-ramadan-dope-la-demande

4) http://francaisdefrance.wordpress.com/2013/07/22/ratp-et-ramadan/

5) "Così come escrementi, urina, carne, vino" precisa l'ayatollah Khomeny, in Principi politici, filosofici, sociali e religiosi, Éditions Libres Hallier, Paris, 1979.

6) http://ripostelaique.com/tandis-qualexandre-delvalle-denonce-loci-laurent-fabius-se-prosterne-devant-ses-representants.html
http://www.libertiesalliance.org/brusselsconference/icla-proceedings-brussels-2012/

7) http://www.eleves.ens.fr/aumonerie/numeros_en_ligne/careme02/seneve008.html

8) http://www.ilgiornale.it/news/interni/bersani-ora-basta-899699.html

[Fonte: Riposte Catholique]

64 commenti:

Anonimo ha detto...


http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/09/16/lislam-aspetta-ancora-il-suo-martin-luther-king/

Anonimo ha detto...

Il testo di questo articolo è stato sistemato meglio oggi stesso ed è rinvenibile nel blog indicato:

http://traditioliturgica.blogspot.it/2013/09/una-lettera-aperta.html

La traduzione a volte risente della fretta con la quale è stata fatta, cosa per cui me ne scuso.

Anonimo ha detto...

Grazie della condivisione.
Non è il primo testo interessante che troviamo sul tuo blog.
La passione per la Liturgia (e dunque per la Fede) e l'autentica ricerca di verità è ciò che evidentemente ti muove :)

Rossella ha detto...

Chissà se il papa risponderà pubblicamente anche a lui come a Scalfari? Lo spero tanto, ma ahimè dubito...

Anonimo ha detto...

Dovreste forse informarvi sull'autore di tale lettera. Un prete che non riesce ad avere un ministero nella sua diocesi e al quale, per ripiego, è affidata la pastorale su internet è affidabile?

Anonimo ha detto...

Anonimo,
perché non si chiede piuttosto se è affidabile quello che dice?

Ho cercato notizie su di lui a ho scoperto che è incardinato nella diocesi di Parigi. Ha un'esperienza missionaria che gli consente di parlare dell'Islam per esperienza diretta.
Recentemente ha denunciato l'indifferenza del governo francese sul problema a causa delle influenze massoniche.

Certo il suo parlar forte e chiaro gli sarà costato e gli costerà.
Ma lei sa obiettarci qualcosa alle sue affermazioni?

Anonimo ha detto...

Sono cattolica praticante sposata con il nulla osta del vescovo in Chiesa con un mussulmano. Di cose da obiettare sulla lettera ne avrei a iosa ma penso che sia inutile. Mi rimane la tristezza di vedere l ignoranza di questi sedicenti pastori che in realtà seminano solo incomprensione e odio.

Emma ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Luisa ha detto...

Don Pagès disturba, e molto, la diocesi di Parigi impegnata come la CEF in un irenista dialogo con i musulmani.
Per chi legge il francese:

http://www.riposte-catholique.fr/perepiscopus/islam/labbe-guy-pages-gene-leveche-de-paris

Luisa ha detto...

Precisando che è la Diocesi ad avergli affidato nel 2008 il compito di evangelizzare via internet, ecco un`intervista e il suo sito:

http://www.itinerarium.fr/entretien-avec-labbe-guy-pages-si-les-gens-savaient-quils-vont-en-enfer-ils-changeraient-de-vie/

http://www.islam-et-verite.com/

Dante Pastorelli ha detto...

L'ANONIMO delle 11,18 cerca di gettar discredito su di un sacerdote regolarmente incardinato, dietro lo schermo tanto comodo, appunto, dell'anonimato. Il prete ci mette la faccia e ci potrà rimettere anche il suo incarico pastorale, l'anonimo non rischia nulla di concreto, ma forse l'anima...c'è da pensarci.
La lettera è ampia, precisa, argomentata, indiscutibile. Naturalmente il papa non la leggerà e comunque, date le premesse del suo pontificato, se la leggesse la giudicherebbe negativamente.
L'unico passo che non condivido è quello relativo a Magdi Allam.
M'è parsa a suo tempo troppo mediatica la sua conversione, troppo mediatica e politica l'abiura. Di cattolici di questa pasta la Chiesa non ha bisogno.

Anonimo ha detto...

Vorrei riportare alcune riflessioni dell'allora card.Ratzinger sull'Islam"C'è l'impressione diffusa,nel mondo islamico che il cristianesimo è morente,che l'occidente è decadente e il sentimento che l'Islam porta la luce della fede e della moralità....parlare di un confronto di culture è in certi casi vero:nel disprezzo verso l'occidente troviamo le conseguenze di un passato durante il quale l'Islam ha subito il dominio dei paesi europei,ci si può allora imbattere in un fanatismo terribile,è una delle facce dell'Islam, non è tutto l'Islam,di conseguenza è importante giudicare i differenti aspetti di una situazione che è PREOCCUPANTE per tutte le parti in questione".Ecco,mi sembra esaustivo come giudizio,netto,deciso,chiaro e sintetico,il resto sono solo tentativi buonisti di irenismo sincretistico,chapeau a questo sacerote,sì,non farà strada,la verità non paga mai,anzi a dirla si paga in moneta sonante,ne sa qualcosa l'ultimo Pontefice seduto sul soglio di Pietro.GR2

Anonimo ha detto...

Caro Dante, credo che la conversione di Allam fosse autentica.
Ma gli è mancata una solida "terapia di mantenimento". E questa chiesa visibile fa effettivamente acqua da tutte le parti.
Poi si può anche non essere d'accordo con lui. Ma a me personalmente spiace molto che gli siano mancati punti di riferimento più solidi.

Dante Pastorelli ha detto...

Cara MIC, una conversione autentica non si strombazza a destra e a manca, anche in ambito politico: si può anche manifestarla apertamwente, ma con la discrezione, l'umiltà, il pudore dei propri sentimenti che comporta un cambiamento interiore che investe pensiero, visione del mondo e della storia, della società, atteggiamento morale, l'intera vita, insomma.
La Chiesa, nei suoi rapporti con l'Islam alla quale si è convertito Allam è forse diversa da quella attuale, di pochi mesi fa?
Un'abiura così repentina sta a significare che Allam non ha capito proprio niente del cattolicesimo e della Chiesa.
Non ha saputo e voluto soffrire per e nella Chiesa. E chi non accoglie questa sofferenza, che ci viene imposta anche come prova, non ha un'anima cattolica, perché non ama la via della Croce, indicataci da Cristo. E non aggiungo altre e più dure parole, nella speranza che l'interessato scopra davvero Cristo nel suo cuore.

Anonimo ha detto...

Don Pagès disturba, e molto, la diocesi di Parigi impegnata come la CEF in un irenista dialogo con i musulmani.

Piuttosto assistiamo a un "calabrighismo" diffuso da parte di vescovi e governi, che non è affatto equilibrato che nell'immediato genera disprezzo e in prospettiva mette a rischio la nostra identità e civiltà, già in crisi ma, di questo passo, difficile da recuperare...
Le forze in campo sono avverse su tutti i fronti e la Chiesa sembra aver rinunciato al suo ruolo a partire dai Pastori.
Ma noi non disperiamo e andiamo avanti.

Josh ha detto...

d'accordo con la lettera.
Da notare che molte delle cose citate sono note anche dalla cronaca di tutti i giorni dal mondo e anche da noi, absta saper mettere un po' assieme. E le citazioni coraniche sono puntuali.

prelevo un sol punto:

"Il suo bel discorso non può smuovere i musulmani che non hanno lezioni da imparare da noi, essendo « impurità » (Corano 9, 28). E se, nonostante tutto, la applaudiranno come hanno fatto in Italia, è perché la politica della Santa Sede serve notevolmente ai loro interessi facendo passare la loro religione come rispettabile agli occhi del mondo, pensando che porti a considerare i valori universali da lei preconizzati ... La applaudiranno fintanto che saranno, come in Italia, una minoranza."

La Taqiyya menzionata nel testo della lettera non è trattata del tutto.

é anche una prescrizione religiosa che li esenta dal mostrarsi apertamente musulmani e anche dal mostrare i propri scopi, sono cioè autorizzati a mentire, a dissimulare, a ingannare,
fino a quando giunga il momento
propizio (e il numero giusto) per scatenare la guerra santa e le occupazioni territoriali.

http://it.wikipedia.org/wiki/Taqiyya

Anonimo ha detto...

Caro Josh,
dovrebbe essere nota ai nostri governanti, prim'ancora che alle augorità religiose, l'extraterritorialità dell'Islam, in base alla quale è automaticamente Islam qualunque 'luogo' ovunque si trovi nel quale si sia costituita una comunità.
Pensiamo a quanto suolo pubblico viene occupato da moschee con annessa madrassa o scuola coranica e senza alcun ragionevole limite. Pensiamo a quanti quartieri delle nostre città ci fanno sentire spaesati per alcuni inconfondibili connotati etnici: negozi di ogni genere, che offrono sia prodotti alimentari che chincaglierie e ogni tipo di oggetti d'uso comune che non favoriscono l'integrazione ma lo sviluppo di enclaves destinate ad aumentare e consolidarsi nel tempo.
Ora, entro certi limiti ciò è accettabile, ma chi governa dovrebbe garantire un maggior equilibrio attraverso leggi che non esistono, a cominciare da una regolamentazione dei flussi migratori, ad evitare che nel tempo le situazioni degenerino fino alla richiesta della sharia, come già avvenuto in altri paesi.
Ancor più grave è l'atteggiamento inqualificabile e incomprensibile delle autorità religiose, che abbiamo già analizzato e lamentato più volte, perché purtroppo le occasioni non sono poche né sporadiche.
Che dire?
Tempora bona veniant. Regnum Christi veniat!

Louis Martin ha detto...

Un popolo gode di libertà in quanto è un popolo libero.
La libertà del domicilio, prima di essere garantita da una costituzione, è garantita dal padre di famiglia, che si presenta sull'uscio di casa circondato dai propri figli, brandendo l'ascia (è un'immagine di Ernst Junger).
Ecco perché di questo passo soccomberemo. Perché i nostro pastori e i nostri governanti assomigliano più a Carlo Castagna che a un vero pater familias.
La Umma, costruita sulla poligamia, priva di una vera autorità istituzionalizzata, frantumata in correnti e stati confessionali disparati, sarebbe un gigante d'argilla, senza speranze davanti al genio organizzativo dell'Occidente. Il quale invece ha scelto di preoccuparsi del diritto alla sodomia, per distruggere la famiglia, unica vera scuola dell'ordine e dell'autorità, e della libertà religiosa, vero cavallo di Troia attraverso cui il nemico entra nella città.
Che San Benedetto, patrono dell'Europa e padre della civiltà occidentale, ci protegga e illumini il Papa. Che il martire Andreas Hofer e i tanti martiri tirolesi e vandeani risveglino dal loro torpore liberale i politici cattolici.

Anonimo ha detto...

Il problema, caro Louis, è che con ogni probabilità le nostre familglie frantumate potrebbero rivelarsi soccombenti rispetto ad una Umma tenuta salda da ataviche usanze consolidate.
Anche perché è difficile che la secorarizzazione, pur operante anche nell'islam, vi raggiunga i livelli di dissoluzione che caratterizzano la nostra società, tolte alcune sacche di rara eccellenza che ancora è possibile incontrare.

Louis Martin ha detto...

Condivido cara Mic,
è che credo che la poligamia sia di per sé fattore di disordine e disgregazione, e di conseguenza l'"ordine" islamico non è un ordine, ma solo un dispotismo, un ordine retto su una volontà irrazionale (e credo che tu che sei una donna abbia inteso bene cosa intendo ...).
E' poi vero che un ordine finto è sempre più efficace che nessun ordine.

Anonimo ha detto...

Anche oggi Francesco è tornato a ribadire di essere un prete e a temere di esser considerato più importante.
Ori

Anonimo ha detto...

Beh,se non se la sente di fare il papa o non si sente tale,può sempre fre un passo indietro o di lato,lasciando il posto a qualcuno che abbia la vocazione al martirio,perchè di questo ha bisogno la CC oggi,non di gente pavida che non si oppone al nom,altrimenti non ci resta che attendere il Padrone delle messi....

Louis Martin ha detto...

Tanto per ricordarci chi siamo.

Solo ora sono riuscito ad apprezzarlo veramente.

http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2008/september/documents/hf_ben-xvi_spe_20080912_parigi-cultura_it.html

Anonimo ha detto...

Caro Louis, me lo ero salvato nel mio sito tra i documenti più importanti :)

http://www.internetica.it/BenXVI-Bernardins.htm

Dante Pastorelli ha detto...

Credo che la famiglia venga disgregata per altri motivi più che non dal (presunto) diritto alla sodomia. La mancanza di formazione morale e civile, oltre che religiosa, il senso del dovere e del sacrificio, l'edonismo in tutte le sue forme, anche economiche, la paura di assumersi la responsabilità della procreazione, dell'educazione dei figli ecc. ecc.
L'omosessualità è già di per sé un'antica e costante impossibilità di formare una famiglia vera.
E poi è meglio parlar di omosessualità e non di sodomia ch'è comportamento e peccato anche fra uomo e donna.

Luisa ha detto...

Di oggi, papa Bergoglio ha detto:

"Mai la Chiesa è stata tanto bene come oggi, è un momento bello della Chiesa,"

Ma come, si autocongratula?
E dove vede che la Chiesa sta bene?
Forse nei peana mediatici, forse nelle folle?
Che cosa significa per Jorge Bergoglio: "stare bene" quando si parla della Chiesa?


Anonimo ha detto...

L'existence de l'abbé Guy Pagès est un miracle.
Il faut offrir prières et sacrifices pour la poursuite et le succès de son admirable apostolat, et pour que ses supérieurs ne cessent jamais de le soutenir.

bernardino ha detto...

Preghiamo il Signore Onnipotente e Creatore di ogni cosa di donarci prima possibile una nuova vera gerarchia ecclesiastica che crede e difende con ogni mezzo spirituale
la Sua Immacolata Santa Chiesa Apostolica, e ci liberi prima possibile da tutto cio' che sta portando la fede dei veri Cristiani verso le fauci del demonio.
Ogni giorno che passa, a causa di questa gerarchia generalizzata, la Santa Chiesa sta soffrendo di piu', e milioni di anime vengono perdute e date in pasto a beliar, perche' con questa nuova dottrina si lavora per il demonio e sempre meno per il Signore.
La passione della Chiesa di Cristo ogni giorno diventa piu' crudele, e chi dovrebbe fermare questa emorragia invece non fa' altro che trafiggere continuamente i cuori gia' sanguinanti di Gesu' e Maria. Vediamo un po' qua' e un po' la' sacerdoti che vorrebbero predicare il vero Vangelo di Cristo che vengono quasi torturati- emarginati - terrorizzati da chi invece dovrebbe supportarli e incentivarli; questo perche' i primi che hanno perso la fede cristiana sono proprio coloro che dovrebbero essere in prima linea.
Infatti sono in prima linea ma per avventarsi contro i preti piu' veri preti.
Sono sincero, non so cosa direi a Bergoglio oppure ai vescovi, pero' una cosa e' certa se proprio non credono nel solo Dio Trinitario e nell'atto di fede del Credo di Nicea, perche' non si ritirano a vita privata e fanno salvare almeno milioni di cattolici?
Certo non siamo ne Scalfari, ne mussulmani, ne atei, pertanto non avremo mai risposte ne da Bergoglio ne dagli Pseudo/vescovi.
Se un vescovo si sente davvero vescovo, dovrebbe seguire minuziosamente il Vangelo.
E Bergoglio, se ha accettato dovrebbe applicare quello che ha detto Cristo a Pietro e non rincorrere in quel modo le altre false religioni e dottrine.
Grazie a quel sacerdote di quest'articolo.

Louis Martin ha detto...

I guai della famiglia sono tanti. Riferivo esclusivamente la sodomia (ma più giustamente in questo caso è necessario parlare di omosessualismo) per l'attualità che riveste nel discorso politico.

Ma al fondo di tutto, e per questo credo che l'omosessualismo sia qualitativamente qualcosa di peggio degli altri mali, credo ci sia l'attacco frontale alla figura paterna. E' con la sua caduta che cade anche la "filogonia", per usare un termine di Amerio, se non sbaglio (cito a memoria).

"Supponendo la negazione di Dio, fonte e origine di ogni autorità, la logica esige la negazione assoluta dell'autorità stessa. La negazione della paternità universale porta con sé la negazione della paternità domestica; la negazione dell'autorità religiosa porta per conseguenza la negazione dell'autorità politica. Rimasto l'uomo senza Dio, il suddito rimane senza re, ed il figlio senza padre." Juan Donoso Cortés

Ps: cara Mic, se tanto ti ha colpito quel discorso, forse hai anche tu uno spirito benedettino ... ne sono felice ...

Anonimo ha detto...

Le ultime news su agenzia parlano del sinodo dei vescovi di ottobre che si riunirà per decidere sulla questione dei divorziati,risposati,separati ed altro,pare che PF abbia detto ai parroci romani che è marginale la questione della comunione,la chiesa deve essere accogliente,misericordiosa con tutti,soptattutto con le'periferie esistenziali'cmq tutto è nella relazione dei super 8...In te speravi,Domine,non confundar in aeternum.GR2

Marco P. ha detto...

Piuttosto che puntare il dito contro il coraggioso prete francese, cara anonima sposata ad un musulmano, la invito a leggere l'enciclica Casti Connubii Pio XI che trattando di fede e morale e avendo questa, tra le premesse

"Noi che da questa apostolica sede come da una specola riguardiamo con occhi paterni tutto il mondo,.... abbiamo creduto essere dovere del Nostro ufficio di vicario di Gesù in terra e di supremo pastore e maestro, alzare la Nostra voce apostolica per allontanare le pecorelle a Noi affidate dai pascoli avvelenati e, per quanto dipende da Noi, custodirle immuni da essi."

e cioè volendo impegnare il Papa la propria autorità di pastore e dottore per insegnare una dottrina a tutti i cristiani dalla sua cattedra apostolica, è - credo - infallibile.
Vi troverà numerose perle di pura dottrina. Ne cito solo alcune:

i beni del matrimonio sono
- La prole ("I genitori cristiani intendano inoltre che sono destinati non solo a propagare e conservare in terra ilgenere umano; anzi non solo a educare comunque dei cultori del vero Dio, ma a dare prole alla chiesa di Cristo, a procreare concittadini dei santi e familiari di Dio (cf. Ef 2,19), perché il popolo dedicato al culto del nostro Dio e Salvatore cresca ogni giorno più"..... "possiamo restringere tutte queste cose col ripetere le parole di sant'Ambrogio: «Si richiede che la prole sia accolta con amore e religiosamente educata»,"...)

- la fede (.."Queste sono dunque le virtù che vanno comprese nel bene della fede: unità, castità, carità, nobile e dignitosa ubbidienza; le quali riescono altrettanti vantaggi dei coniugi e del loro coniugio, in quanto assicurano e promuovono la pace, la dignità e la felicità del matrimonio. Non fa quindi meraviglia che questa fede sia stata sempre annoverata fra i benefici insigni e propri del matrimonio"..)

- il sacramento (.."Senonché a tutto il cumulo di benefici così grandi, il compimento e la corona ultima viene da quell'altro bene proprio del matrimonio cristiano, che abbiamo chiamato con la parola di Agostino, Sacramento, e designa l'indissolubilità del vincolo e insieme l'elevazione e consacrazione, fatta da Cristo, del contratto in segno efficace della grazia."... "Dunque i fedeli, dando con animo sincero un tale consenso, aprono a sé il tesoro della grazia sacramentale, ove attingere le forze soprannaturali occorrenti ad adempiere le proprie parti e i propri doveri fedelmente, santamente, con perseveranza fino alla morte.
Questo sacramento, in coloro che non vi oppongono positivo ostacolo, non solo accresce il principio di vita soprannaturale, cioè la grazia santificante, ma vi aggiunge ancora altri doni speciali.."),

A questo punto la domanda: come si inquadra ciò (educazione cristiana dei figli, educazione vicendevole e crescita nella fede cristiana dei coniugi, grazie santificante che scaturisce dal Sacramento) in un matrimonio tra una persona cattolica ed una che non crede in Gesù Cristo Figlio di Dio?

Luisa ha detto...

Una donna cristiana che sposa un musulmano non è obbligata a convertirsi, perchè è l`uomo che porta in avanti la religione MENTRE un uomo cristiano che vuole sposare una donna musulmana DEVE convertirsi, un matrimonio civile non avrà nessun valore, solo vale quello religioso fatto in moschea ( se la famiglia musulmana non è praticante o è liberale le cose possono andare diversamente).
Convertirsi all`islam è molto facile, pronunci una certa frase( chahada) e sei musulmano!
Su queste conversioni obbligatorie in caso di matrimono i nostri cari chierici e laici impegnati nel dialogo tacciono.
Come tacciono sulla poligamia, sulla sharia, sui tribunali islamici che la applicano, anche i Europa, (Londra ma non solo).

Anonimo ha detto...

Vedremo questa relazione dei super 8. Ma soprattutto cosa deciderà Bergoglio...

Marco P. ha detto...

La donna cristiana potrà anche non convertirsi ufficialmente, ma già l'abbandonare i propri figli (se ce ne sono) oppure anche il proprio marito ad una falsa religione (anticristica non riconoscendo Gesù Figlio di Dio) è un atto di abbandono del proprio dovere di professare che Gesù è l'unica ragione della propria vita. Poi un "matrimonio" del genere non può essere un Sacramento: se gli sposi sono i ministri del matrimonio, ma uno non vuole sposarsi come la Chiesa Cattolica esige ed insegna, che caspita di ministro è? e se manca il ministro il matrimonio non c'è (se mi sbaglio vi prego di correggermi, Magistero vivo alla mano, e lo dico veramente senza polemica). Non essendo un Sacramento, i due non sono sposati, e quindi convivono.
Ora, i vescovi (sempre minuscolo) che avallano tutto ciò dovrebbero spiegarne la ragione (cioè, un matrimonio del genere risponde alla suprema lex, che è la salus animarum?, e se si, in qual modo?).

Anonimo ha detto...

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/

Anonimo ha detto...

Inserisco il breve ma significativo testo del sempre ben informato Magister:

""È durato più di due ore l’incontro tra papa Francesco e i preti della sua diocesi di Roma, nella basilica di San Giovanni in Laterano, la mattina di lunedì 16 settembre.
L’incontro era a porte chiuse. E un resoconto parziale di ciò che il papa ha detto è stato fornito qualche ora dopo da “L’Osservatore Romano” e dalla Radio Vaticana.
Ma in nessuno dei due resoconti sono comparse due battute dette dal papa su due alti ecclesiastici.
La prima è stata seria e tagliente. La seconda ironica.

Nel formulare una delle cinque domande rivolte al papa e nel parlare della centralità dei poveri nella pastorale, un sacerdote ha fatto riferimento, in positivo, alla teologia della liberazione e alle posizioni comprensive, nei confronti di questa teologia, dell’arcivescovo Gerhard Ludwig Müller.
Ma all’udire il nome del prefetto della congregazione per la dottrina della fede papa Francesco non ha fatto finire la domanda e ha detto: “Questo lo pensa Müller, questo è ciò che pensa lui”.

La seconda battuta è stata una frecciata contro il cardinale segretario di Stato uscente, Tarcisio Bertone.
Papa Francesco ha sorriso, quando un sacerdote ha ironizzato su quelli che si mettono in testa che la Chiesa sia “una, santa, cattolica e salesiana”. E ha rincarato: “Una, santa, cattolica e salesiana, come dice il cardinale Bertone”.""


Beh, speriamo che adesso non diventi una santa cattolica e gesuitica...

Anonimo ha detto...

Marco p.i nostro figli sono cattolici , io vado a messa tutti i giorni da anni. Mi sa che mio marito é più aperto di un mucchio di cattolici tradizionalisti.

Anonimo ha detto...

Marco p abbiamo contratto matrimonio in chiesa senza celebrazione della messa ma solo celebrazione del rito del matrimonio con il permesso della ordinario. Siamo sposati da piu di 25 anni.Mio marito é turco.il suo migliore amico turco é sposato con una ragazza polacca cattolica .anche loro sposati in chiesa.

Anonimo ha detto...

Marco p.i nostro figli sono cattolici , io vado a messa tutti i giorni da anni. Mi sa che mio marito é più aperto di un mucchio di cattolici tradizionalisti.

Anonima lettrice, ne siamo felici per lei.
Deve comunque convenire che l'apertura che suo marito evidentemente dimostra è una merce piuttosto rara nell'Islam.
E questa è una realtà, non è certo un pregiudizio.
I fatti di cronaca purtroppo sono pieni di drammi allucinanti su matrimoni di donne occidentali (a prescindere dalla religione) con musulmani.

Per fortuna esistono anche le eccezioni e con questo le auguriamo ogni bene.

Anonimo ha detto...

« Mai la Chiesa è stata tanto bene come oggi » (Bergoglio).

Sans blague !

http://gloria.tv/?media=142663

sandro pasquino ha detto...

Vorrei dire anonima Cattolica praticante che e' sposata in Chiesa con un musulmano. Lei si e' sposata con uno che non crede in Gesu' in Chiesa? Io ho vissuto in un paese islamico e cio' che afferma il prete e' vero...tutto! Certo , ci sono musulmani un po' laici come suo marito che si sposa in una Chiesa Cattolica, per cui e' un musulmano poco ortodosso. Il matrimonio misto in Chiesa e' una novita' alquanto bizzarra.

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Sandro P ha detto...

Cara anonima Cattolica aperta, i Tradizionalisti Cattolici si sposano solo con altrettanti Cattolici con un rito Cattolico in cui i celebranti, ossia gli sposi sono Cattolici.Non c'e' bisogno di dimostrare di essere aperti sposandosi chi non e' Cattolico....noto una certa vanita' nei suoi commenti , io le posso dire invece che sono sposato con una donna straniera di un 'altra religione che si e' convertita al Cattolicesimo ed e' diventata anche Tradizionalista, ossia Cattolica Apostolica Romana e non modernista quotidiana. Tanto per essere vanitoso anche io ...spero che suo marito si converta al Cattolicesimo . Evidentemente noi Tradizionalisti Cattolici siamo cosi' poco aperti che non raggiungiamo le vostre vette , siamo cosi' chiusi nella Religione Cattolica che non accettiamo compromessi.

Anonimo ha detto...

Il matrimonio in casi di disparità disparità di culto è previsto dalla chiesa cattolica.

E' richiesta la dispensa dell'ordinario del luogo alle condizioni fissate dal diritto canonico, rispettate le quali il matrimonio è considerato valido.

Anonimo ha detto...

A me risulta che i musulmani praticanti non si sposano se il loro partner non si converte all'Islam.

Per il resto, non ignorando le difficoltà - anche con la grazia di stato - che vanno affrontate in ogni matrimonio, che è da costruire ogni giorno, c'è pensare che ogni unione è un caso a sé e lo stesso vale per chi si trova a scegliere un coniuge di religione diversa.

In ogni caso, tradizionalisti o meno, credo che il problema che stiamo dibattendo vada ben oltre la questione dei matrimoni misti.

Sandro P ha detto...

La Chiese prevede molta cautela per i matrimoni misti e pertanto non sono da incentivare ne' da esaltare , il comiuge Cattolico ha infatti la responsabilita' della Santificazione del coniuge non cattolico e credo della sua conversione . Proprio in questi tempi di immigrazione selvaggia la stragrande maggioranza dei matrimoni misti fallisce miseramente sopratutto con gli islamici, a meno che siano dei cosidetti laici islamici, ossia apostati come lo sono i laici apostati cristiani che si sposano islamici, hindu' etc....ne ho visti e conosciuti, di religioso non hanno niente, seguono solo il coniuge. Il caso dell'anonima Cattolica quotidiana rientra in quei casi in cui il coniuge e' moderatamente appartenente alla religione di origine, cosi' come io ho visto matrimoni appunto tra italiani battezzati molto poco Cattolici, ossia apostati laici che si sposavano con ragazze islamiche nel paese islamico in cui ho vissuto. Credo pertanto che l'anonima dovrebbe innanzitutto evitare di fare della propria esperienza anche se positiva se rapportata all'islam , un assoluta verita' del mondo islamico, che il marito non rappresenta in quanto per l'islam l'aver sposato una Cattolica , anche in Chiesa e' un'apostasia passibile di morte nei paesi piu' integralisti. I fatti denunciati nella lettera del sacerdote sono inequivocabili e confermo tutto quello che ha scritto , il ramadan, il digiuno, la violenza...l'ho visto personalmente e l'ho anche subito( i furti si moltiplicavano durante il ramadan anche a casa mia ). Avrei molte cose da dire..una pero'..basta con le lezioni sul dialogo, sui Cattolici che sono adulti ed aperti ed i Tradizionalisti che sono troppo Cattolici e chiusi ...le utopie ed il falso ecumenismo modernista cozzano con la realta' e sono fallimentari e rasentano l'eresia. I tradizionalisti cercano di essere fedeli alla propria religione di millenni , prudenti e realisti.

Sandro P ha detto...

Vorrei aggiungere alcuni dettagli sulla mia esperienza con altre false religioni, visto che ero a contatto con tutte . L'equiparare il Cristianesimo con l'Islam ed altre false religioni e' assurdo , cosi' come cercare un dialogo od esprimere un rispetto umano verso di esse.La morale, i dogmi , le consuetudini sono assolutamente farisaiche in queste presunte religioni ed assolutamente pubbliche , esteriori . Questo continuo e mediatico richiamo al dialogo verso queste false religioni e' solo l'espressione dell'ecumenismo massonico che prevede appunto la fusione delle religioni in unica verita' ma poliedrica , sfaccettata e naturalmente contraddittoria dato che questa verita' metterebbe insieme concetti in contraddizione tra loro e quindi un sistema semplicemente illogico e ridicolo. L'unico scopo e' la distruzione del Cristianesimo con un suo indebolimento dato che viene costretto a mettersi sul livello di pseudo religioni assurde che rasentano il ridicolo. Da non sottovalutare la religione noachide rilanciata da Segni e Raffi in un incontro tra loggia e sinagoga a Roma in cui e' stata varata la religione per i non ebrei con 7 comandamenti e regolata da tribunali ebraici, una religione che deve essere planetaria , il loro simbolo, colomba ed arcobaleno, si rifa' a Noe'...Abramo e' superato ! Insomma, tutto tranne il Cristianesimo e la Chiesa Cattolica . E di arcobaleni se ne vedono in parrocchia! Quanto fa' 2+2?

Dante Pastorelli ha detto...

I matrimoni misti son validi nel rispetto delle condizioni, dette cauzioni, disposte dalla Chiesa pubblicamente accettate.
Tra queste il coniuge d'altra religione o ateo deve rimuover ogni impedimento all'esercizio della vita cattolica del coniuge cattolico ed i figli devon esser educati nella nostra santa religione.
La Chiesa ha sempre, comunque, sconsigliato questi matrimoni per i pericoli a cui si può esporre il coniuge cattolico. Non si deve procedere al matrimonio quando non sia veramente certo il rispetto delle cauzioni.
Non mi sembra proprio opportuno definir questi matrimoni bizzarra novità.
La signora cattolica che ha sposato il turco islamico e vive il suo cattolicesimo impegnandosi nelle promesse fatte davanti a Dio non merita processi. Ma neppure si posson incoraggiare questi matrimoni visto che tanta parte di essi dal coniuge o dalla famiglia non cattolica, specie se islamica, posson esser posti impedimenti ai doveri religiosi del coniuge cattolico anche con la violenza.

Anonimo ha detto...

Da non sottovalutare la religione noachide rilanciata da Segni e Raffi in un incontro tra loggia e sinagoga a Roma in cui e' stata varata la religione per i non ebrei con 7 comandamenti e regolata da tribunali ebraici, una religione che deve essere planetaria , il loro simbolo, colomba ed arcobaleno, si rifa' a Noe'...Abramo e' superato ! Insomma, tutto tranne il Cristianesimo e la Chiesa Cattolica . E di arcobaleni se ne vedono in parrocchia! Quanto fa' 2+2?

Gli ebrei vorrebbero riassimilare il cristianesimo (vedi Benamozegh).

Il noachismo (con i dieci comandamenti), cioè fuori dalla storia dell'Alleanza che inizia con Abramo, è dove ci collocherebbero, complici i cosiddetti Pastori... perché Nostra Aetate, diventata nuovo-vangelo, è e resta un documento ambiguo sia nei confronti degli ebrei che dell'Islam che delle altre religioni.

Luisa ha detto...



" Marco p.i nostro figli sono cattolici , io vado a messa tutti i giorni da anni. Mi sa che mio marito é più aperto di un mucchio di cattolici tradizionalisti. "

Quest`ultima frase mi fa dubitare...che c`entrano i cattolici tradizionalisti?
Ripeto, il problema della conversione non si pone in modo oppressivo se è una donna cattolica che sposa un musulmano, se invece è un UOMO cattolico a sposare una donna musulmana DEVE convertirsi, perchè è l`uomo che porta in avanti e trasmette la religione ai figli, perchè altrimenti il matrimonio per la donna non sarà riconosciuto, questa È LA NORMA, questa È LA LEGGE islamica.
È evidente che se il musulmano o la musulmana non sono praticanti o hanno una concezione liberale della loro religione, cioè non si considerano sottomessi al Corano e lo interpretano liberamente, casi rari e malvisti nella comunità, il problema non si porrà.

Ancora aggiungere che la seconda o terza generazione di immigrati, o i nuovi arrivati, sono MOLTO rigidi e praticanti, là dove i loro genitori erano più aperti, si assiste oggi a un ripiego identitario molto forte nei giovani, per i nuovi arrivati il trovarsi in moschea e seguire gli insegnamenti coranici dà loro un sentimento di appartenenza.

Dante Pastorelli ha detto...

Il fratello d'un carissimo amico ha sposato la marocchina badante della madre (ormai defunta) e ha dovuto convertirsi all'Islam, accollandosi in casa figli e parenti della donna, da cui è stato tanto ingabbiato da tagliare i contatti coi fratelli ed altri parenti. Il caso dell'uomo è, certamente, ancor più grave di quello della donna che sposa un musulmano, ma le conseguenze - ove non ci sia un'apertura mentale del coniuge - non saran diverse, perché l'islamico non rinuncerà facilmente al potere sui figli, al di là dell'accettazione delle "cauzioni" cattoliche.
Le nuove generazioni islamiche sono più fortemente e vistosamente identitarie anche perché il numero fa la forza, e già si sentono una potenza all'interno dei vari stati europei.
Quanto alla signora sposata con un turco ricordiamoci che la Turchia è stata a lungo uno stato laico.
L'attacco dell'anonima ai tradizionalisti, tuttavia, puzza molto di provocazione da parte di un commentatore neocat...

Josh ha detto...

in realtà molti dei matrimoni descritti, con signora cattolica e marito musulmano, finiscono col marito che con il pretesto di tornare in viaggio dai parenti in patria, porta con sè i figli e non li fa più ritornare in Italia/in Eu dalla madre.
Facile anche il caso che il marito in madrepatria abbia già mogli.
Ne sono stracolme le ambasciate di tutti i paesi occidentali, e anche gli studi legali.

Che poi il caso della signora qui (ammesso che non sia un troll come detto, visto che commenta in anonimato) sia diverso, buon per lei.

Josh ha detto...

Molti casi di convivenza, stile come ho detto sopra, molto problematica sono riporati qui....credo sia capitato anche alla proprietaria del blog

http://unpolitically.wordpress.com/

Anonimo ha detto...

Vorrei ricordare che,secondo uno studio serio fatto in UK e in USA,il numero delle conversioni all'Islam in questi paesi,è aumentato del 20/25% negli ultimi 15 anni, soprattutto fra i giovani al di sotto dei 30,in America,tantissimi messicani,ex cattolici,si convertono in massa perchè attratti dalla rigorosità soprattutto in fatto di morale sessuale,della religione islamica,certo lo spettacolo di degrado morale dell'occidente aiuta molto,se poi alti esponenti religiosi cattolici o cristiani fanno di tutto per ingraziarsi il NWO andando contro insegnamenti bimillenari adattandoli alla bisogna.....le battute del nuovo vescovo di roma su mueller e bertone sono icastiche,tutto è stato deciso,l'abbiamo capito da un pezzo,saremo forse solo il 4% di non allimeati al delirio collettivo,ma almeno,grazie a Dio,sappiamo ancora discernere,dissentire mica tanto,forse che si deve tornare nelle catacombe dove uno zelante ex vaticanista ora attivista di altre correnti di pensiero ci vuole mandare?GR2

Anonimo ha detto...

josh perchè dovrei firmare per farmi massacrare?

Anonimo ha detto...

no Dante sono stata per molti anni nei Focolari e i miei figli appartengono al movimento giovanile del Focolare.

Anonimo ha detto...

Anonima,
non fare la "vittima". Nessuno ti ha "massacrata".
Sono state fatte considerazioni e tratte conclusioni.
E non puoi pretendere di far testo con la tua storia personale, per la quale ti è stato augurato ogni bene, se non te ne sei accorta. E non erano parole di circostanza.

Vorrei chiuderla qui col discorso dei matrimoni misti che è solo uno degli aspetti di una realtà complessa e inquietante su molti fronti, con implicazioni civili oltre che religiose.

Anonimo ha detto...

mic grazie degli auguri. Si mio marito è molto aperto, proveniente da una famiglia laica e tollerante: già sua nonna mangiava tranquillamente il maiale, che a Istanbul si trova molto facilmente.

Anonimo ha detto...

mic mi sono espessa male, non sono stata massacrata da voi, ma voi siete letti da tante persone e io vivo in una piccola diocesi e in un piccolo paese, non vorrei avere fastidi

Anonimo ha detto...

OK.
Su questa pagina la tua storia, anonima dei focolari (movimento nato bene, ma evolutosi in ecumenismo e libertà religiosa senza rete), finisce qui; a meno che tu non intervenga cambiando argomento.

Aggiungo semplicemente che questa neo-chiesa equivale al laicismo e alla tolleranza di tuo marito e della sua nonna.

Con questo non significa che sono intollerante (ammetto il rispetto del quale desidererei la reciprocità).

Ma un conto è la tolleranza che deriva da indifferenza e perdita di identità e che fa il paio con il "calabraghismo" della chiesa e degli stati occidentali. Un altro conto è la coerenza autentica, non superficiale, con la propria fede.

Josh ha detto...

Non vorrei tenerla lunga...ma visto che sono stato chiamato in causa...in breve sulle modalità web:

mai mi sarei permesso di dire alla signora anonima di firmarsi nome e cognome, beh non lo faccio nemmeno io, e anche io tengo alla mia privacy... anche se in questi giorni contatterò Mic, quindi nome e cognome li conoscerà perchè devo domandarle se mi invia una cosa...
alla fine poi sono tale e quale anche dal vivo, affine ai concetti espressi.

Intendevo solo dire dell'opportunità di registrarsi con un nickname per lasciare commenti...su web io mi chiamo Josh e sono riconoscibile sempre, a questo mi riferivo, darsi un nickname e almeno esser riconoscibili o rintracciabile nei propri interventi nel tempo.

Aggiungo che era un consiglio 100% spassionato, io stesso sono ospite qui, non tiranneggio chi scrive nei miei blog, figurarsi se lo faccio in casa d'altri.

Anonimo ha detto...

Finalmente un vero coraggioso che dice quello che pensa e che io condivido! Questo "papa" porterà solo guai.Preghiamo per lui e che Dio benedica il Sacerdote! Karah.

bbruno ha detto...

bellissima e chiara e appassionata e di una logica inattaccabile. ( ce ne fossero di preti così anche da noi! )..Peccato per la traduzione, che in molti casi rende il testo originario incomprensibile.. Se mi è permesso, sono proto a postarne una mia....

Ma adesso vediamo se il 'santissimo padre' prenderà in mano il cellulare e chiamrà don Guy...

Su un punto non sono d'accordo con don Guy: là dove dice che quel messaggio ai musulmani rientra nell' ambito della diplomazia e non del magistero: no, quelle parole di Bergoglio SONO magistero, e confermano in pieno e il Concilio (Nostra Aetate) e tutti i papi conciliari...Magistero, è chiaro, di una Chiesa Nuova...bbruno

Pietro C. ha detto...

La traduzione, come dico, è stata fatta piuttosto in fretta anche se sul mio blog si trova una traduzione migliore (e più ritoccata). Chi vuole un testo migliore è invitato a leggerlò lì.

http://traditioliturgica.blogspot.it/2013/09/una-lettera-aperta.html