Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 4 settembre 2013

Quando Padre Pio è coinvolto a sproposito

Marco Bongi invia una sua riflessione sull'esempio dell'obbedienza di Padre Pio da Pietralcina in relazione all'atteggiamento dei FI e di chiunque si trovasse a subire un atto vessatorio da parte dell'Autorità ecclesiastica.

Nel recente dibattito sviluppatosi in conseguenza del commissariamento dei frati Francescani dell'Immacolata, si è tentato, da parte di taluni benpensanti, di raccomandare l'accettazione del grave ed ingiusto provvedimento ricorrendo all'esempio dell'obbedienza prestata da San Pio da Pietralcina nei confronti degli atti vessatori di cui fu vittima in almeno due momenti della sua vita.

"Padre Pio scelse sempre di obbedire in perfetta umiltà, anche di fronte agli ordini più ingiusti" - si sente spesso affermare - "Il tempo gli ha dato poi ragione e la sua santità è prevalsa a dispetto di ogni sopruso".

Tale constatazione porta quindi irrimediabilmente alla conseguente sentenza: voi tradizionalisti invece... non siete umili... vi ribellate all'Autorità della Chiesa... Dio non può amarvi!

Ovviamente le due situazioni sono in realtà profondamente diverse e non possono essere paragonate. Ma... tant'è, l'argomento può comunque fare breccia su talune anime semplici, specialmente se devote al santo cappuccino di S. Giovanni Rotondo.
Proviamo allora, con estrema brevità, a smascherare questo sofisma assolutamente pernicioso.

Primo argomento: i problemi che diedero avvio alla persecuzione contro p. Pio non riguardavano questioni di Fede, quanto piuttosto accuse relative alla sua condotta di vita personale e la presunta falsità dei fenomeni mistici che la caratterizzavano.
Nel caso dei tradizionalisti la posta in gioco è invece assai diversa ed incomparabilmente più importante. Qui si tratta di difendere il deposito della Fede chiaramente messo in pericolo da dottrine quali l'ecumenismo, la libertà religiosa, la collegialità episcopale, la natura sacrificale della S. Messa. Nessuno ha il diritto di svendere questi fondamentali valori nè appare giusto delegare esclusivamente alla Divina Provvidenza un compito, la difesa della Fede,  che spetta, in realtà, ad ogni singolo fedele. Sarebbe come chiedere ad un padre di non lavorare, pur essendo in condizione di farlo,  perchè, in fin dei conti, ci penserà Dio a sfamare i suoi figli.

Secondo argomento. A chi obietta che le Verità di Fede sono esclusivamente quelle espresse dal "Magistero vivente" e non quelle apprese nel Catechismo, esplicitate costantemente dalla Chiesa Docente   ed elaborate dalla nostra retta coscienza, si può agevolmente rispondere che, se così stessero veramente le cose, non avrebbe senso alcuno l'istruzione religiosa. Basterebbe sintetizzare ogni catechismo nella formula: "Obbedisci al tuo Parroco e... spegni il cervello!".
La Fede infatti, come ben sappiamo, trascende la nostra ragione ma non la contraddice. La ragione anzi è un dono di Dio e certo chi non lo utilizza, come, al contrario, chi lo assolutizza, non può essere gradito all'Altissimo.

Terzo argomento: il Vangelo ci invita a "porgere l'altra guancia" accettando le ingiustizie fatte contro di noi quando tali ingiustizie coinvolgono unicamente la nostra persona. Il comportamento obbediente di p. Pio corrisponde certamente a tale situazione.
Ben diversa appare invece la questione della illegittima privazione di un diritto riconosciuto ai fedeli e cioè quello di poter assistere, secondo quanto riconosciuto dal "Summorum Pontificum" alla S. Messa tradizionale. Quì si tratta di un sopruso compiuto ai danni delle pecore ed il pastore, come afferma sempre il Vangelo, ha il dovere di dare la vita per le sue pecore. Nessuna acquiescenza passiva è possibile dunque quando sono in gioco i diritti degli altri. Possiamo, in altre parole, decidere di porgere la nostra guancia, non abbiamo il diritto di porgere quella altrui.

Quarto argomento: Nei periodi in cui p. Pio, per obbedienza, non celebrava la S. Messa in pubblico o non confessava, i medesimi sacramenti potevano essere ricevuti dai fedeli, grazie all'attività degli altri frati di San Giovanni Rotondo. La Messa allora, grazie a Dio, era unica e non sussisteva alcun problema relativo alle cosiddette "due forme" del rito romano.
Completamente opposta appare oggi la prospettiva di chi vieta aprioristicamente, a tutto un ordine religioso in cura d'anime, di celebrare il S. Sacrificio nella forma più antica e venerabile.
Una simile proibizione ha rilevanza pubblica e, se anche astrattamente possibile, esigerebbe comunque spiegazioni altrettanto pubbliche rivolte ai fedeli. La qual cosa ovviamente non è avvenuta.

Quinto argomento. L'ordine impartito a P. Pio oggi a noi può apparire eccessivo e forse anche ingiusto. In realtà però, se lo si osserva in astratto, esso, innanzitutto non era illegittimo e non contrastava con le norme del Diritto Canonico. Si trattava di una misura cautelare inserita in un legittimo processo volto a verificare l'effettiva verità di presunti fenomeni soprannaturali. Le medesime cautele vengono giustamente sempre adottate dall'Autorità Ecclesiastica nelle more di un giudizio su apparizioni, miracoli o fenomeni straordinari in genere.
Il divieto impartito ai Francescani dell'Immacolata invece appare, come ampiamente dimostrato dagli articoli dei prof. De Mattei e Turco, assolutamente illegittimo perchè contrasta con norme di rango superiore come la bolla  "Quo Primum" di S. Pio V ed il Motu Proprio "Summorum Pontificum" di Benedetto XVI.
Chi volesse dunque essere davvero obbediente alla Chiesa avrebbe il dovere di mantenersi fedele a tali ordini piuttosto che a quelli, assolutamente arbitrari, vergati da una semplice Congregazione di Curia.

Come si può dunque vedere chi invoca, spesso in mala fede, P. Pio per convincere chierici e fedeli alla quiescenza passiva di fronte ad ordini palesemente ingiusti, parla a sproposito e cerca di far leva inopinatamente sulla grande devozione popolare di cui è circondato il grande mistico cappuccino. Egli fu, al contrario, sempre molto intransigente nella difesa della Fede Cattolica e non mancano, nella sua vita, episodi in cui egli rimproverò aspramente uomini di Chiesa rifiutando di soggiacere alle loro pretese.
Basta ricordare, a tale proposito, il netto rifiuto opposto dal frate, nel 1920,  a p. Gemelli che, su incarico del S. Uffizio, gli aveva perentoriamente ordinato di mostrare le sue ferite.  
Quì non erano neppure in questione problemi di Fede... Figuriamoci come avrebbe reagito San Pio di fronte ad un diktat, chiaramente illegittimo,  come quello del card. Aviz...
Marco Bongi

28 commenti:

Anonimo ha detto...

Romano dice,

Non penso che i ragioni sviluppati dal Sig. Bongi sono idonee...

l'ubbedienza vero uno superiore è sia naturale o sopranaturale, sia del precetto sia del consiglio, sia libero sia di voto...

I fideli nei questi centri non devono ubbedire, perchè non sono soggetti proprio del Aviz, che è Prefetto di una congregazione che sopraveglia i religiosi (almeno devo farlo)...

Comunque, P. Manelli, ha fatto un voto di ubbedienza formale al Santo Padre, è quindi quando Egli ha approvato il decreto scritto e firmato da de Aviz, era obbligato di ubbedire...

e proprio difficile per la communità, che possa come un insieme fare un appello contro Aviz, di farlo, perche senza superiori chi rapprasenta la communità?

I frati individui non sono obbligati di ubbedire il decreto, strettamente, essendo che non hanno fatto un voto di ubbedienza sia al Cardinal de Aviz, sia al Santo Padre...possono some singoli o in gruppi fanno appello..

Poi, i frati singoli sono sempre liberi di lasciare la communità, e fondare una nuova communità, perchè strettamentamente parlando, il decreto è contro la communità, o i suoi superior, non contro i frati...

se fanno così, nessuno può accusarli di disubbedienza, perchè così non sono costretti dal precetto...

osservatore ha detto...

C'è un'unica comunanza nelle due vicende in tempi diversi:
gli inquisitori di p. Pio, fin dall'inizio, conducevano una vita moralmente poco elevata...(basta fare una ricerca)

Ma oggi la situazione della Chiesa è molto cambiata.

Anonimo ha detto...

P. Pio neanche la comunione sulle mani avrebbe distribuito.....come più di un frate FI fa.
Quindi caro Brongi, de mattei, gnocchi, siccardi, mic...., non fatevi illusioni né createvi false aspettative. Dove va il vento là gira la bandiera.
Speriamo solo in qualche isolata reazione.
Questa sarà la fine dell'istituto FI, in quanto il compromesso sulla verità, pur di sopravvivere è autodemolizione. Cosa che sta avvenendo per la Chiesa

segnalazione ha detto...

http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV598_EMR_Critica_Lumen_Fidei.html

Anonimo ha detto...

Assai sofistico il tentativo finale di attribuire i provvedimenti al Cardinale, quando emanano dal Papa in persona. Dal momento in cui ai FI è richiesto dal Papa stesso di fare qualcosa che corrisponde a un bene (per i FI la nuova messa è un bene, non un male), non esiste motivo plausibile per disobbedire. Anche giuridicamente per sospendere il diritto contenuto nel motu proprio in una situazione particolare non c'è bisogno di abrogarlo. L'errore di De Mattei etc è di confondere il potere governo con quello di legiferare. Il potere di governo può appunto sospendere o determinare l'applicazione delle leggi nei casi specifici. Il problema non può essere risolto in termini puramente giuridici, se non si ammette la malvagità essenziale del comando di celebrare il NOM. Ma i FI sono lontani anni luce da tali posizioni...

Anonimo ha detto...

Romano dice,

al Anonimo di 11:17

la sua tesi, mi dispiace a dirlo, è positivismo giuridico...perchè S.P. non è legge positivistico puro, ma riconoscimento del diritto dei fideli alla liturgica antice e tradizionale...il quale diritto nessuno giusto superiore umano può cancellare, infatti, ogni atto di un superiore deve sempre rispettare i diritti dei soggetti...

Lei, quindi, non sa che dice...

bernardino ha detto...

Vorrei capire se e' piu' giusto Obbedire a DIO ONNIPOTENTE oppure agli uomini, perche' anche se la gerarchia ecclesiastica, quando si allontana dalle Leggi Divine, sono uomini e sono fallibili anche se e' Vicario di Cristo.
Padre Pio prima di ogni altra cosa, ha sempre obbedito a Dio.
Basta guardare che fino alla Morte, Padre Pio ha celebrato la S.Messa di sempre, e la Chiesa anche con le riforme conciliari glielo ha permesso.
La vera riflessione e', dobbiamo obbedire a quello che vogliono gli uomini contro le LEGGI DI DIO? Oppure prima dobbiamo obbedire a Dio anche contro cio' che obbligano gli uomini della gerarchia con tutti gli errori del
concilio e postconcilio?
E' giusto obbedire a chi ci ha cambiato il CREDO di Nicea - credo nella chiesa UNA, Santa cattolicaed apostolica, e ci impone la liberta' religiosa?
E' giusto che Cristo ha detto a Pietro TU ES PETRUS ecc. ed ora il concilio ha fatto del Papato la collegialita' dei vescovi?
e' giusto aver eliminato dalla ordinarieta' la S.Messa Cattolica ed Apostolica offertoriale e sacrificale per darci una messa comunitaria dove tutto il popolo e' sacerdote? Ma chi ha ordinato secondo le Leggi di Cristo, il popolo Sacerdote Ministro?
E' giusto riconoscere tutte le religioni (se cosi' possiamo chiamarle) salvifiche? oppure Cristo ci ha lasciato una sola Chiesa ed una sola Dottrina salvifica?
Possiamo dire che e' giusto il dialogo interreligioso e non magari il dialogo interculturale? A cosa serve il dialogo interreligioso se per arrivare ad accordarsi si deve abiurare qualche Legge Divina?
E' giusto che il popolo salga i gradini dell'Altare ed il ministro stia seduto in una poltrona? Ma l'altare non rappresenta forse il Calvario? e quindi il popolo cosa centra?
Dunque avevano ragione, SI o NO i Card.li Bacci e Ottaviani quando dicevano a Paolo VI con il Breve Esame critico del N.O.Missae che la N.O. allontanava dalla vera Messa cattolica.
Io sono ancora piu' duro di quei Cardinali, in quanto io dico che il concilio stesso ha trasformato la Chiesa Cattolica in una chiesa tipicamente protestante, poiche i gruppi non cattolici che hanno preso parte a quel concilio hanno dettato legge - o mangi questa minestra oppure ecc.ecc. -
e non dimentichiamo mai che Pio XII sapendo quello che si tramava nella Chiesa (perche' gia' erano forti i progressisti) non ha mai voluto un concilio che sapeva cosa avrebbe potuto sconvolgere.
OGGI NE VEDIAMO TUTTI I DISASTRI.

Unknown ha detto...

Se Padre Stefano M. Manelli conoscesse il testo del vero Terzo Segreto di Fatima, se si ricordasse che a Garabandal la Madonna a Conchita disse che - dopo la morte di Paolo VI - mancavano solo 3 papi, ora non si porrebbe problemi di (falsa) obbedienza... Obbedienza a chi poi? A chi sta distruggendo il Papato e la dottrina di Cristo? A chi con le sue dichiarazioni (vedi gay) sta disorientando le masse dei cattolici?

http://www.gloria.tv/?media=495386

bernardino ha detto...

l'obbedienza . Quando Padre Pio...
Pensate un po' se a Padre Pio fosse stato chiesto dalla gerarchia, anziche non celebrare piu' la S.Messa in pubblico, non confessare e non avere contatti con la gente,...
fosse stato chiesto di predicare un Credo diverso, una dottrina falsata, parlare di collegialita' e non piu' di Papato oppure di liberta' religiosa o di dialogo interreligioso anziche di dialogo interculturale, ed inoltre di celebrare secondo il N.O. anziche la S.Messa che aveva celebrato tutta la via e nella quale era fondata la sua Fede, che pensate avrebbe risposto o avrebbe fatto.
Ponetevi questa domanda, ma datevi anche una risposta, non aspettate una risposta dai progressisti.

Rispondente ha detto...

Effettivamente p. Pio non avrebbe mai dato la comunione sulle mani né avrebbe tollerato che nella sua messe altri la distribuissero così.
Né avrebbe fatto tutto ciò che temiamo...
Quanto a P. Manelli...conosce del terzo segreto quanto basta per essere vigili, chissà se sa altro a parte le "tenebre" che spesso cita.
Su Garabandal meglio astenersi?

Unknown ha detto...

Un sant'uomo, mons. Marcel Lefebvre, una volta disse profeticamente:

"È il colpo da maestro di Satana es­sere riuscito a far disobbedire i cattolici a tutta la Tradizione... pro­prio in nome dell'obbedienza!

Ma l'obbedienza, in questo caso, do­vrebbe manifestarsi con un rifiuto categorico. L'autorità, anche le­gittima, non può ordinare un atto riprovevole, cattivo."

http://www.miliziadisanmichelearcangelo.org/content/view/2408/92/lang,it/

Anonimo ha detto...

Bongi non ragiona male ed argomenta. Ottima la nota di chi segnala che "unica comunanza nelle due vicende in tempi diversi:
gli inquisitori di p. Pio, fin dall'inizio, conducevano una vita moralmente poco elevata...". Mi permetto di sottolineare la disparità di trattamento: solo sulla Tradizione non vale la "medicina della misericordia" che poi nella pratica è permettere a tutti di fare, disfare, dire, omettere, distorcere o contorcere ciò che si voglia. Ai tempi di Padre Pio (da PietrElcina, mi raccomando!)tanta severità era comunque strumento consueto. Oggidì è strumento più unico che raro, percepito sia dalla "vittima" che dal "carnefice" come di eccezionale durezza. Son troppe le cose che non tornano e se nel diritto penale obbedire ad un ordine ingiusto non solo non scrimina ma addirittura è considerato come comportamento corretto, anche nella condotta morale di ciascuno di noi, FFI compresi, la prudenza, la fortezza ed il timor di Dio non debbono lasciar il campo alla pedissequa obbedienza ai "superiori" (che purtroppo son di gran lunga inferiori...)
L. Moscardò

Unknown ha detto...

Riporto i passi secondo me più importarti dell'articolo di mons. Lefebvre che ho postato:

“Attraverso l’obbedienza la Chiesa si sta distruggendo con le sue stesse mani” e si convertirà al mondo eretico, giudeo e pagano, per mezzo di una Liturgia equivoca, di un catechismo ambiguo, pieno di omissioni e di nuove istituzioni, basate su princìpi democratici. Gli ordini, i contrordini, le circolari, gli statuti e le ingiunzioni saranno così bene manipolate, così bene orchestrate, sostenute dall’onnipotenza dei mezzi di comunicazione sociale, di ciò che resta dell’Azione Cattolica divenuta filo-marxista, che ogni bravo fedele, ogni buon prete ripeterà, col cuore straziato, ma consenziente: bisogna obbedire. A chi, a che cosa? Non lo si sa con esattezza: alle Conferenze Episcopali? C’è di che perdersi, come nei libri liturgici, nei calendari diocesani, nelle preghiere odierne, ecc. Bisogna obbedire, salvo diventare protestanti, marxisti, atei, buddisti, indifferentismi, poco importa: bisogna obbedire, fra l’apostasia dei preti, l’assenteismo dei vescovi, tranne che per condannare quelli che vogliono conservare la Fede, il matrimonio dei consacrati a Dio, la Comunione dei divorziati, l’intercomunione con gli eretici, ecc ecc. Bisogna obbedire. I seminari si svuotano, vengono venduti così come i noviziati, le case religiose, le scuole; si sperperano i tesori della Chiesa, i preti profanano la loro veste, il loro linguaggio, la loro anima!... Bisogna obbedire. Lo vogliono Roma, le Conferenze Episcopali, il Sinodo presbiteriale.

Lo ripetono i portavoce delle Chiese, dei giornali, delle riviste: aggiornamento, apertura al mondo. Egli ha diritto di essere calpestato, calunniato e privato di tutto ciò che gli era necessario alla vita. E’ un eretico, uno scismatico e la sola cosa che meriti è la morte. A Satana è veramente riuscito un colpo da maestro: “far condannare coloro che conservano la fede cattolica proprio da chi dovrebbe difenderla e propagarla”.

Anonimo ha detto...

Tale constatazione porta quindi irrimediabilmente alla conseguente sentenza: voi tradizionalisti invece... non siete umili... vi ribellate all'Autorità della Chiesa... Dio non può amarvi!

Più che Dio, il cui amore si diffonde su tutti (ed è il rifiuto della grazia che provoca il distacco da Lui), è la Gerarchia al potere, prodiga di misericordia e tenerezza con tutti che rifiuta chi ama la tradizione...

Anonimo ha detto...

Trovo pertinente l'osservazione di L. Moscardò sulla severità, consueta all'epoca di padre Pio e invece di solito bandita oggi anche per fatti gravi; il che fa percepire con maggiore sgomento la durezza, oltre alla difformità con la normativa in vigore, del provvedimento curiale avallato dal papa.

Anonimo ha detto...

Romano chiede,

Chi sono questa milizia di San Michele...l'articolo citato è ottimo, una vera professione della fede eterna Cattolica....!

bernardino ha detto...

A SINE TIMORE delle 13,43 -
""L'Autorita' Legittima, non puo' ordinare....""

... la Chiesa e' salva nelle mani di Cristo che ha dato il Suo Sangue sulla Croce.
E noi dobbiamo continuare a gridare al demonio di tornare tra le fiamme CHE E' DIO CHE GLIELO ORDINA.
La Madre SS.ma, tutto questo l'aveva predetto ai pastorelli, e aveva detto pregate per la conversione dei poveri peccatori, ma pregate molto anche per la Santa Chiesa che subira' ancora molte ferite.I grandi peccatori non sono solo tra gli uomini comuni ma forse proprio tra coloro che dovrebbero salvaguardare la purezza della S.Chiesa, (noi non siamo giudici perche' il solo Giudice e' sempre l'Onnipotente, e noi siamo speranzosi proprio perche' ci siamo messi nelle Sue mani).
Padre Pio, prima di ogni altra cosa, si metteva nelle mani di Dio.
La gerarchia poteva torturarlo, farlo rinchiudere, torglierGli ogni cosa,ma non poteva torglierGli Dio. E questo per Lui era il massimo della Sua gioia.

Anonimo ha detto...

Per Romano,
è un sito creato da un sacerdote, don Marcello Stanzione, da anni presente sulla rete con molti contenuti edificanti.

Unknown ha detto...

@ bernardino:

"L'Autorita' Legittima, non può ordinare...."

mons. Lefebvre si riferiva ai provvedimenti in materia di Fede, di dottrina, non ai provvedimenti disciplinari individuali, come quello nei confronti di Padre Pio.

Padre Pio, come altri uomini santi (es. Don Dolindo Ruotolo), ha accettato la persecuzione da parte della Chiesa in quanto diretta verso di lui. Ma state sicuri che se la Chiesa gli avesse ordinato di insegnare ai fedeli una falsa dottrina, di predicare l'ecumenismo spinto, il sincretismo e l'indifferentismo religioso, Padre Pio si sarebbe ribellato con tutto se stesso, in quanto obbedendo agli uomini di Chiesa avrebbe disobbedito a Dio e avrebbe danneggiato le anime dei fedeli.

Anonimo ha detto...

Bernardino è più che d'accordo su questo, Sine Timore.

Solo che mi sono permessa di censurare alcune espressioni un po' sopra le righe nei confronti dell'Autorità legittima, che non mi sento veder pronunciate.

Anche se soffriamo e certe cose non riusciamo ad accettarle, cerchiamo di parlare con argomenti non con anatemi, che non è il nostro compito...

RIC ha detto...

Vorrei segnalarvi che su Facebook Amici della Tradizione Cattolica Forli' c'e' una bellissima foto scattata domenica scorsa: si vede Papa Benedetto inginocchiato SUL PAVIMENTO di fronte al Samtissimo. Ogni ulteriore parola o commento sarebbero superflui....

Anonimo ha detto...

Articolo inutile come tutti quelli scritti su MiL dal signor Bongi.

"Qui si tratta di difendere il deposito della Fede chiaramente messo in pericolo da dottrine quali l'ecumenismo, la libertà religiosa, la collegialità episcopale, la natura sacrificale della S. Messa".

Sembra scritto da un lefebvriano.

"Nei periodi in cui p. Pio, per obbedienza, non celebrava la S. Messa in pubblico o non confessava, i medesimi sacramenti potevano essere ricevuti dai fedeli, grazie all'attività degli altri frati di San Giovanni Rotondo":

perchè? in questo caso si è lasciato senza sacramenti i fedeli? Esiste anche un Messale del 1970. Spero che qualcuno si sia accorto della sua esistenza.

Anonimo ha detto...

Anche trascurando gli articoli del Bongi, MiL ha da tempo perso il senso dell'orientamento nonché il credito e la stima di cui godeva negli ambienti tradizionalisti. La scelta di (mal)moderare le reazioni ai pochi post aperti ai commenti ha atrofizzato la vitalità del blog. MiL ha fatto il suo tempo e ormai appare come una sorta di confuso contenitore sempre più alla deriva. Peccato, perché in altri tempi ha svolto un ruolo encomiabile.

bernardino ha detto...

Grazie Mic. che mi hai anticipato ad una precisazione a Sine Timore.
Infatti sono in pieno accordo con lui quando la Chiesa, intesa come Gerarchia con la G maiuscola, obbliga ubbidienza su tutto cio' che e' dogmatico, su cio' che la Chiesa stessa ha sempre professato tramite i Suoi 260 Papi migliaia di vescovi e duemila anni di storia.
Certo non mi sento di obbedire ad una pseudo/gerarchia che tenta in ogni modo di distruggere la mia fede per farmi accettare con qualsiasi mezzuccio i proclami che ha imbastito dal conc. vat.II in poi e che non sono materia di Fede ma solo materialismo spicciolo.
Io tento di fare come Mons. Marcel Lefebvre o come Padre Pio.
Tutto l'altro caro Sine Timore te l'ho detto.
Io non mi vendo per 30 denari.
Cerco giorno per giorno di combattere la mia buona battaglia per la vera Santa Chiesa, costi quel che costi, anche essere tacciato di eresia.
La Santa Chiesa vale qualunque sacrificio - Cristo ha dato la Sua vita cosi' come i martiri.

vincenzo da torino ha detto...

Tutti i punti di questo articolo sarebbero da contestare argomentando. Sono le basi di partenza e di arrivo che sono errati, come quelle di Mons. Lefebvre. Per non ripetere le stesse cose vi invito a leggere la critica di Minstrel sul suo blog che trovo pertinenti. Mi piacerebbe che qualcuno, meglio preparato di me, possa contestare adeguatamente Minstrel. Grazie.

Anonimo ha detto...

Se tutti i punti di questo articolo sono da contestare argomentando, aspetto gli argomenti e risponderò.
Lei non mi sembra una persona incapace di sostenere argomentazioni che ritiene attendibili.

Mi permetto una piccola osservazione all'affermazione che alcuni punti coinciderebbero con posizioni di mons. Lefebvre.
Dal momento che mons. Lefebvre non ha diffuso una sua nuova dottrina, non credo che quel che dice debba essere necessariamente riprovevole solo perché è lui a dirlo. Si tratta di vagliare gli argomenti che ne contestano l'attendibilità.

Anonimo ha detto...

Colgo l'occasione per rispondere ad un Anonimo 18.27

Intanto che gli argomenti sembrino scritti da un lefebvriano non ci dice nulla, perché sarebbe intelligente dimostrare se un seguace di mons. Lefebvre (dato che il lefebvrianesimo non esiste, perché Mons. Lefebvre non si è inventata nessuna nuova dottrina) eventualmente dice cose inesatte e per quali motivi.

Se è perché vengono richiamati alcuni punti controversi del concilio, non mi pare che la FSSPX abbia l'esclusiva nel sostenerne gli elementi ambigui o quelli di rottura. In effetti sono molti gli studiosi e i teologi che ne hanno fornito le ragioni, dimostrandole.
Se non si è d'accordo, bisognerebbe esprimere i motivi con la corrispondente dimostrazione.

perchè? in questo caso si è lasciato senza sacramenti i fedeli? Esiste anche un Messale del 1970. Spero che qualcuno si sia accorto della sua esistenza.

In questo caso si è calpestato il diritto dei fedeli, sancito da un motu proprio papale, di poter partecipare - e dei sacerdoti di poter celebrare - il Rito antiquior che essi amano e vivono con partecipazione fruttuosa.
Se non si fossero accorti del Messale del '70, non avrebbero neppure ragione di esercitare un diritto di scelta...

Anonimo ha detto...

Romano aggiunge...

Mic, chi vuole il Messale di 1970...?

Il mere fatto che era imposto, e che i sacerdoti e i fideli che non lo volevano, sono stati perseguitati, significa già in principio che c'è qualche cosa non cattolica e non buona e non virtuosa e non bella e non vera con esso...!